domenica, ottobre 09, 2005

Il settimo sigillo

Il settimo sigillo

Ho appena saputo una triste notizia su una persona che conosco, una persona entrata in coma di soli 45 anni a seguito di un male incurabile e ho pensato a quale poteva essere il film che esprimesse in maniera convincente il momento del trapasso.
Tra i tanti film mi sono ricordata di un film di Ingmar Bergman "Il settimo sigillo" dove l'interprete, il cavaliere svedese impersonato da Max Von Sidow, gioca una partita a scacchi con la Morte che è venuta per portarselo via.
Tra una mossa e l'altra il cavaliere continua il viaggio di ritorno al suo castello, dopo le crociate in Terrasanta, rendendosi conto delle desolate condizioni del popolo, la disperazione della gente che non crede più nella vita. E dopo questo peregrinare, incalzato dalla Morte, giocatrice implacabile, riuscirà a rivedere la sua sposa e, conscio dei suoi errori e pentito dei peccati commessi, si abbandonerà alla misericordia divina.
In questo caso il predestinato è un cavaliere che pentito accoglie la soluzione finale, ma cosa dire, cosa pensare di una persona giovane, nel pieno della sua maturità, con un lavoro soddisfacente, un neo marito, e una famiglia adorata? Perchè? E perchè soffrire? La falce ci raggiunge quando meno te lo aspetti, è un attimo e tutto cambia.
E ci sarà poi qualcosa nel "dopo"? Troppe domande forse per un blog che si occupa di cinema, ma a volte è bene fermarsi e riflettere.

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