giovedì, novembre 23, 2006

Addio Robert

Robert Altman

Robert Altman, il grande regista americano, scomparso a 81 anni, aveva appena ricevuto l’Oscar alla carriera. Da "M.A.S.H." a "Radio America" a "Nashville" il ritratto mai convenzionale di un paese controverso. «Ho sempre pensato che questo premio significasse la fine. Ma io ho in programma di continuare a girare film fino a quando durerò, e fino a quando la gente mi consentirà di farli». Aveva torto Robert Altman, che è morto lunedì notte in un ospedale di Los Angeles. Quel premio Oscar alla carriera, ricevuto a marzo da Meryl Streep e Lily Tomlin dopo averlo sfottuto, significava sul serio la fine. A maggio, per la verità, era riuscito a finire A Prairie Home Companion, ma lui stesso aveva avvertito: «E' un film sulla morte».
Fonte: La Stampa.it

Non sono per niente d'accordo, altrimenti si comincerebbe a pensare che gli Oscar portano veramente sfortuna, come nel caso delle ultime premiate come migliori attrici e successivamente separate dai rispettivi compagni e mariti!

E comunque anche senza Oscar Robert Altman era e rimane un grande, anticonvenzionale regista che ci ha aiutato a capire, e magari anche a comprendere, le contraddizioni dell'America di ieri e di oggi.

lunedì, novembre 13, 2006

Fascisti su Marte

Fascisti su Marte

Su Wikipedia Corrado Guzzanti, nato a Roma il 17.5.65, è definito un comico italiano.
Tra i suoi personaggi ricordo il regista Rokko Smitherson, l’adolescente coatto Lorenzo, il messia Quelo, la conduttrice televisiva Vulvia (che gambe!), il poeta Brunello Robertetti, ma anche le imitazioni di molti famosi, Venditti in primis, Funari, Rutelli, Bertinotti, Fede, Prodi...
Ma Corrado è molto di più: è un inesauribile autore di testi e strisce satiriche televisive che hanno lasciato il segno, e forse perché in tv le cose più belle vanno viste a puntate forse “Fascisti su Marte” ha pagato la caratteristica di lungometraggio e ripeto forse avrebbe avuto maggior audience centellinato a livello televisivo.
Per quale motivo? Perché il film è ambizioso, ricco di trovate: lo spunto è la conquista di Marte, il famoso pianeta “rosso”, e dei Mimimmi suoi abitanti (!), da parte del gerarca Barbagli e di cinque arditi, il tutto narrato e ripreso in stile documentario come quelli dell’Istituto Luce e con una colonna sonora ricchissima che raccoglie canzoni d’epoca, brani di musica classica e parodie delle canzoni fasciste.
Insomma, una vera e propria indigestione!
Speriamo di rivederlo presto a puntate in tv, sarebbe un bel regalo di Natale.

Jack Palance

Jack Palance

Faccia da cattivo per eccellenza (alzi la mano chi non ha detto almeno una volta: ma quell’attore lì dove l’ho già visto?) scomparso il 10 novembre scorso all’età di 87 anni, Jack Palance ha partecipato a più di 100 film, girati anche in Italia, e ha visto premiata la sua carriera, caso strano, con Oscar e Golden Globe nel 1992 come migliore attore non protagonista nel film commedia (!) “Scappo dalla città, la vita, l’amore e le vacche”.
Come se tutti i western, noir, film drammatici girati non avessero dimostrato ampiamente la bravura e la fama da duro del nostro Jack!
Com’è strano il mondo del cinema: un attore recita per tutta una vita e vince un Oscar per un ruolo dove muore d’infarto a metà film… salvo poi tornare nel sequel!

lunedì, novembre 06, 2006

Tornando a casa

Tornando a casa

“Tornando a casa”, vincitore dell’Oscar come miglior attore (John Voight), miglior attrice (Jane Fonda) e miglior sceneggiatura, è uno dei molti film riguardanti il Vietnam.
Luke (Voight) è un reduce rimasto paralizzato alle gambe, Sally (Fonda), sposata ad un capitano tuttora impegnato nel sud-est asiatico, collabora come volontaria in un ospedale per gli invalidi reduci dove è anche ricoverato Luke. E qui, un po’ per compassione e un po’ per l’attrazione fisica che suscita, Sally si innamora di Luke e i due cominciano a frequentasi anche dopo la dimissione dall’ospedale. Ma il marito torna e viene a sapere della relazione della moglie, che nel frattempo partecipa alle manifestazioni pacifiste organizzate dallo stesso Luke. L’orgoglio ferito del marito (interpretato da Bruce Dern) potrebbe riscattarsi solo con l’uso della violenza ma…
Ho trovato questo film riordinando vecchie videocassette e l’ho rivisto con piacere. Sono passati ormai 28 anni dalla sua uscita nelle sale, del Vietnam non parla più nessuno, ma questa pellicola secondo me deve essere stato un ennesimo tentativo di far comprendere la crudezza della guerra e le conseguenze fisiche ma soprattutto psicologiche a cui sono andati incontro quelli che, volontari o meno, vi hanno partecipato.
Con amarezza però penso che non sia stato fatto ancora abbastanza…