giovedì, agosto 31, 2006

Addio Glenn

Glenn Ford

Alla bella età di novant'anni, è scomparso il 30 agosto nella sua casa di Beverly Hills Glenn Ford. Nato il 1° maggio 1916, è diventato un attore mito grazie a moltissime pellicole: mi piace ricordare lo schiaffo a Rita Hayworth in "Gilda", ma anche il papà di "Superman" nel primo film della serie del 1978, i film western come "Quel treno per Yuma", ma anche "Una fidanzata per papà" con un giovanissimo Ron Howard e molti, moltissimi altri film.
Non sarà facile dimenticarlo...

mercoledì, agosto 30, 2006

Parole, parole, parole

Lina Wertmuller

Lina Wertmüller, nata a Roma il 14 agosto 1928, ha spesso caratterizzato le sue pellicole con titoli lunghissimi, tra i quali ne ricordo alcuni:
"Film d’amore e d’anarchia ovvero: stamattina alle 10 in via dei fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973)
"Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974)
"Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova, si sospettano moventi politici" (1978)
"La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia" (1978)
"Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada" (1983)
"Notte d’estate con profilo greco occhi a mandorla e profumo di basilico" (1986)
"Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica" (1996)
Ma anche come scrittrice in un caso il testo "lungo" è rimasto, come in "Essere o avere, ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d'argento" (Rizzoli 1981).
Da dove deriva questo pallino dei testi lunghi o lunghissimi? Forse dal suo stesso nome, perché Lina all’anagrafe si chiama Arcangela Felice Assunta Wertmüller Von Elgg Spanol Von Braucich...!
Piccolo mistero che non viene svelato dal sito ufficiale: è nata nel 1926 o nel 1928? In ogni caso tanti auguri di buon compleanno!

lunedì, agosto 21, 2006

Prime esperienze

Prime esperienze

Come esercizio di memoria ho provato a ricordare alcuni debutti cinematografici di attori stranieri non ancora famosi e ne è nata questa lista in continuo aggiornamento:

- Liz Taylor in “Torna a casa Lassie” (1943) di Fred MacLeod Wilcox
- Lee Van Cleef in “Mezzogiorno di … fifa” (1956) con Jerry Lewis e Dean Martin, nel ruolo di un silenzioso pistolero
- Harrison Ford in “Il nostro agente Flint” (1966) con James Coburn, nella minuscola parte di un fattorino d’albergo
- Patsy Kensit bambina in “Il Grande Gatsby” (1974) con Mia Farrow e Robert Redford, nella parte della figlia della protagonista
- Jodie Foster in “Alice non abita più qui” (1974) di Martin Scorsese
- Tom Cruise in “Amore senza fine” (1981) film di Franco Zeffirelli con una altrettanto giovane Brooke Shields
- Michelle Pfeiffer in “Grease 2” (1982) nella parte di una delle Pink Ladies
- Drew Barrymore e Henry Thomas in “E.T.” (1982) di Steven Spielberg
- Jennifer Connelly in “C’era una volta in America” (1984) di Sergio Leone
- Christian Bale ne “L’impero del sole” (1987) di Steven Spielberg
- Anna Paquin in “Lezioni di Piano” (1993) di Jane Campion, vincitrice dell’Oscar come miglior attrice non protagonista
- Rachel Portman in “Leon” (1994) di Luc Besson, accanto a Jean Renò
- Kate Winslet in “Creature del cielo” (1994) di Peter Jackson

to be continued :-)

I ponti di Madison County

I ponty di Madison County

Torno a parlare di Clint Eastwood, anche questa volta nel doppio ruolo di attore e regista, per il film "I ponti di Madison County" tratto dal best-seller omonimo di Waller che grazie ad un passaparola continuo si è rivelato come uno dei libri più letti negli ultimi anni.
Francesca è italiana, ma abita nell’Iowa, è sposata con due figli e, seppur insegnante, ha rinunciato ai suoi sogni per aiutare il marito nella conduzione della loro fattoria.
Robert è americano, fotografo, divorziato e senza figli e, seppur giramondo, si trova nell’Iowa per un servizio sui ponti coperti per il National Geographic.
E si innamorano, vivendo una laison di soli quattro giorni che durerà però per tutta la vita, lei rimanendo nell’Iowa e lui continuando a girare il mondo per non subire mille e mille volte la tentazione di tornare da lei.
Film da fazzoletti pronti all’uso mi raccomando, soprattutto quando lei, inzuppata dalla pioggia e ferma ad un semaforo, deve decidere se scendere dal camioncino del marito per salire su quello di Robert e fuggire via con lui.
Voi cosa avreste fatto?

venerdì, agosto 18, 2006

Mi piace lavorare

Mi piace lavorare

Marginalizzazione dalla attività lavorativa, svuotamento delle mansioni, mancata assegnazione dei compiti lavorativi con inattività forzata, mancata assegnazione degli strumenti di lavoro, ripetuti trasferimenti ingiustificati, prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto, prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici, impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie, inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l’ordinaria attività di lavoro, esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale, esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo.
Tutti questi elementi caratterizzano il mobbing, fenomeno di persecuzione all'interno dell'ambiente di lavoro, non solo nelle aziende private ma anche nella pubblica amministrazione.
Il film di Francesca Comencini rappresenta obiettivamente questo, grazie alla interpretazione di Nicoletta Braschi nel ruolo della protagonista che da un giorno all'altro si vede privare mansioni lavorative, assegnare "incarichi" dequalificanti, emarginare dalla attività lavorativa, fino al "nulla" lavorativo e a una lettera di dimissioni per responsabilità inesistenti. Ma il film è anche una storia d'amore, tra madre e figlia, tra una madre sempre più sofferente e una figlia che purtroppo cresce in fretta per la sua età. E che le starà vicino nei momenti bui.
Questo film mi ha fatto ricordare alcuni episodi del passato che ancora oggi fanno male, ma che per fortuna si sono risolti in maniera meno drammatica rispetto al film: io non sono stata sostituita, ma la responsabile del mio ufficio sì... ma questa è un'altra storia.

giovedì, agosto 10, 2006

Elephant

Elephant

Elephant è un film di Gus Van Sant che segue una consueta giornata di scuola in un qualsiasi istituto superiore dell'America di oggi: girato quasi con stile documentaristico, la telecamera segue imperterrita alcuni studenti, tutti attori non protagonisti, e ne filma gli incontri, gli hobby, le pause, le telefonate, ma stranamente non le lezioni scolastiche.
Tutto nasce da Columbine, dove due studenti arrivarono con tutta calma a scuola carichi di bombe, fucili, lanciarazzi e una riserva quasi inesauribile di pallottole, per uccidere quanti intralciavano il loro passo.
Anche qui succede lo stesso, ed è così straniante, quasi impalpabile l'atmosfera prima della strage: chi fa ginnastica e poi corre a lavorare in biblioteca, chi arriva a scuola guidando al posto del padre ubriaco (un Timothy Bottoms che non vedevo da "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich), chi sviluppa le proprie foto scattate qua e là, chi mangia in mensa con le sue amiche per poi correre assieme ai bagni per vomitare, chi decide di prendersi una pausa per stare con il suo boyfriend. Pochi di loro si salveranno.
E su tutto la musica di un Beethoven suonato così così da uno studente amante delle armi e dei videogiochi violenti, pronto con il suo amico ad entrare a scuola per divertirsi un po'...
Film da brivido, soprattutto per l'assoluta facilità con cui ci si possono procurare delle armi negli States.
Per restare nell'argomento, raccomando anche "Bowling a Columbine" di Moore, girato prima di "Farenheit 9/11".

mercoledì, agosto 09, 2006

Brivido nella notte

Brivido nella notte

Prima prova alla regia per Clint Eastwood, "Brivido nella notte" (ma il titolo originale "Play Misty for me" è molto più evocativo) è un thriller con due scene insolitamente "fuori tema": quella sdolcinata dei due innamorati (Eastwood e Donna Mills) sullo sfondo di un tramonto dorato, sulle note di una canzone di Roberta Flack, e quella documentaristica sul famoso festival jazz che si svolge ogni anno a Monterey.
La trama è semplicissima: Clint è un Dj di una radio di Carmel, rubacuori in crisi con la sua Tobey, che conosce occasionalmente al bar Evelyn e se la porta a letto. Ma questo sarà il primo dei suoi sbagli, perchè Evelyn, innamorata respinta, si rivelerà come una delle più terrificanti psicopatiche, riservando al malcapitato e a quanti lo frequentano spiacevoli conseguenze...
Anche se datato 1971, il film è da vedere, se non altro per la doppia prova del giovane ex pistolero di Leone, e per il cameo del regista Don Siegel (il barista Murphy) che dirigerà Eastwood nei successivi films.

venerdì, agosto 04, 2006

Confessioni di una mente pericolosa

Confessioni di una mente pericolosa

Chuck Barris è stato un produttore televisivo americano, autore tra gli altri di programmi esportati anche in Italia, come "Il gioco delle coppie", "Tra moglie e marito" e "La corrida": esordio alla regia di George Clooney, questo film è tratto dalla sua autobiografia "non autorizzata" (sic!) dove si scopre la sua nascosta attività di killer al soldo della Cia. Ma sarà poi vero? O è un'altra delle fantasie di questo inesauribile ideatore di programmi trash? Il film non lo rivela: Sam Rockwell è perfetto per la parte (chi non lo ricorda nel ruolo dello psicopatico pedofilo de "Il miglio verde"?), Drew Barrymore è carina e abbastanza hippy nel ruolo della futura moglie Penny, Julia Roberts è finalmente in un ruolo di dark lady furba ma sfortunata..., e in un cameo appaiono, come partecipanti al gioco delle coppie, anche Brad Pitt e Matt Damon. Tutti questi attori non vi dicono nulla? Produzione di Steven Sodebergh, insomma il film potrebbe essere sottotitolato "I soliti di Ocean".