venerdì, aprile 08, 2005

M il mostro di Dusseldorf

M il mostro di Dusseldorf

Germania, anni trenta, un uomo qualunque si aggira per le strade fischiettando, ma è ricercato dalla polizia e dal mondo della criminalità che, stranamente alleati, hanno deciso di catturare questo mostro, pedofilo assassino di bambini, figura tragica di ammalato incurabile che specchiandosi di spalle vede riflessa sulla schiena la lettera "M" (murder=assassino).

Il film non rivela la fine del colpevole, processato sommariamente dalla criminalità ma "liberato" dalla polizia, ma resta uno dei primi esempi di pellicola sonora in Germania, soprattutto per l'uso della musica, punto chiave della trama.

Il motivo fischiettato da Franz Becker (un grandissimo Peter Lorre) è tratto dalla suite del "Peer Gynt" di Edvard Grieg ed è grazie a questo dettaglio che un cieco riconoscerà il serial killer proprio per questa abitudine.

Non ho mai visto un film dove si fumi così tanto e continuamente, incessantemente, sia che si tratti dei criminali, sia che si tratti della polizia, sopratutto sigari, quasi a sottolineare ancor più la difficoltà nelle indagini per arrestare il pedofilo.

Pur essendo del 1931, lo trovo un film molto attuale, alla luce delle ultime notizie di cronaca.

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