lunedì, dicembre 18, 2006

Freaks

Freaks

Immaginate di trovarvi in un circo dove non ci sono animali, ma solo trapeziste, ballerine, pagliacci, uomini forzuti e... loro, i freaks, i mostri, errori della natura che si esibiscono al pubblico nella loro deformità: le gemelle siamesi, l'uomo tronco, la donna barbuta, lo scheletro umano, i nani.
E sarà proprio un nano ad innamorarsi di una trapezista bella e "normale", disposta a sposarlo pur di entrare in possesso della ingente eredità, per poi ucciderlo lentamente col veleno, complice il suo amante.
Ma i suoi piani vengono scoperti e la vendetta dei freaks non si farà attendere...
Film maledetto del 1932 diretto da Tod Browning, per oltre trent'anni bandito dai cinema della Gran Bretagna, ha visto notevoli vicissitudini: attualmente, la versione del film reperibile nelle videoteche è di soli 62 minuti, causa il taglio di molte scene all'epoca ritenute troppo "forti" e per questo censurate, e in versione originale con i sottotitoli in italiano.
Questo film colpisce perchè comunica che la mostruosità non è necessariamente legata alla diversità dell'individuo, ma molto spesso è nascosta ed esplode proprio nella normalità della singola persona, ed è forse questo che spaventa veramente guardando questa pellicola.
Imperdibili restano la scena del matrimonio, dove i freaks accolgono tra loro la sposa al coro di "Uno di noi, uno di noi, uno di noi" e la scena finale della "trasformazione" di Cleopatra.

I tre giorni del Condor

I tre giorni del Condor

A volte bastano pochi elementi per fare un buon film: il regista, in questo caso Sidney Pollack, il protagonista, un Robert Redford all’apice della carriera, una giovane donna, la bellissima Faye Dunaway, una trama intrigante, un thriller con risvolti politici sullo sfondo, e una fotografia scintillante. Condor, nome in codice di Joe Turner/Robert Redford, è un agente della Cia che lavora presso un’agenzia dove vengono esaminati libri, giornali, riviste alla ricerca di messaggi in codice nascosti, purtroppo unico superstite del suo gruppo e per questo costretto a scappare senza sapere il perché, braccato dai suoi stessi “colleghi” e costretto a rifugiarsi presso l’appartamento della giovane Kathie/Dunaway pronta per una vacanza sugli sci.
Cosa può essere successo? Perché questa carneficina? E perché questa scia di sangue che continua e coinvolge altri personaggi? Lo scoprirete solo vedendo il film!
N.b.: sono rimasta affascinata dalle particolari fotografie in bianco e nero scattate da Kathie/Dunaway e non ho ancora scoperto l’autore...

Peter Boyle

Peter Boyle

Il personaggio della Creatura in “Frankestein” di Mary Shelley ha visto al cinema importanti interpretazioni, in primis Boris Karloff e più di recente Robert De Niro, ma l’unica commedia tratta da questo cupo romanzo è “Frankestein Junior” di Mel Brooks. E come non dimenticare Peter Boyle nel ruolo della Creatura?
Scomparso in questi giorni a soli 71 anni, famoso negli Usa per il suo ruolo nella sit-com “Tutti amano Raymond”, io lo voglio però ricordare anche per un’altra interpretazione, quella di un matto in “4 pazzi in libertà”. Assieme a lui recitano “pazzamente” Michael Keaton, Christopher Lloyd e Stephen Furst, tutti e quattro in cura presso un ospedale psichiatrico: Keaton è un giovane scrittore ricoverato per attacchi di collera violenta, Lloyd si crede uno psichiatra, Furst parla pochissimo e solo con un linguaggio da cronista, mentre Boyle, prima della crisi mistica pubblicista di successo, si crede nientepopodimenoche Gesù Cristo!
Lasciati da soli a New York, con il loro medico accompagnatore in gravi condizioni in ospedale perché testimone di un omicidio, faranno di tutto per scoprire i colpevoli del misfatto e nel frattempo anche a ritrovare la lucidità perduta prima del ricovero in ospedale. Gli attori sono tutti bravissimi, ma memorabile resta lo spogliarello in chiesa di Peter Boyle, con tutte le conseguenze del caso...
Imperdibile in DVD, passa raramente in tv ed a orari impossibili.